Il primo mese di vita è stato un mese di successi, nonostante il maltempo, per il Lunatico Festival incontri ravvicinati di musica, teatro, spettacolo. Oltre un migliaio di spettatori hanno partecipato agli eventi proposti dal calendario organizzato dalla Cooperativa La Collina, Reset ed Il posto delle Fragole con la direzione artistica del Pupkin Kabarett.

Anche il mese di agosto si prospetta ricco di appuntamenti ad ingresso gratuito. Questa settimana il martedì teatrale del Lunatico Festival presenta il monologo L'eredità dell'ostetrica, una riflessione su Trieste e sull'Italia di oggi, di e con Maurizio Zacchigna. Lo spettacolo andrà in scena martedì 5 agosto alle ore 21.00 nel Parco di San Giovanni.

Trento e Trieste sono collegate da un ponte? Di fronte a questa sconcertante domanda, Maurizio Zacchigna, attore e regista teatrale triestino, ricostruisce per se stesso e per gli italiani ignari la vicenda unica e tormentata della sua città: Trieste. Lo fa ricorrendo a un registro ironico e paradossale in un monologo che è anche un piccolo, rigoroso manuale di storia politica e di convivenza civile. L’intento è smantellare la retorica nazionalista che ha usato e abusato di Trieste, smascherando i manipolatori nel momento stesso della manomissione. Compito tanto più importante in una fase in cui la “preferenza nazionale”, la “tolleranza zero” e la xenofobia rialzano la testa. E Trieste, ci ricorda l’autore, è l’unica città italiana che abbia sperimentato tragicamente sulla propria pelle cosa accade quando l’arroganza razziale e culturale verso un’altra etnia si fondono con le iperboli nazionaliste per dilagare in una terra multietnica.
Esiste una sola città italiana dove, nell’arco di trentasei anni, hanno garrito sette bandiere nazionali diverse. Solamente in questa città si sono alternate, in quei trentasei anni, sette diverse forme di potere statale. È l’unica in Italia ad essere stata ricongiunta alla patria per ben due volte, ad aver ospitato un violento scontro nazionale e ad aver rappresentato il più significativo teatro italiano della guerra fredda. Perché una simile ricchezza di esperienze, invece di conquistarsi un ruolo più confacente, è finita nell’oblio o tutt’al più in offerta al bazar della retorica nazionalista? Perché la Repubblica non ha attinto alla sua storia per corroborare la crescita democratica della nazione?
Su questi interrogativi L’eredità dell’ostetrica tenta di accendere una luce verticale impietosa. La storia di Trieste, illuminata nei suoi lati oscuri, può rivelarsi un utile strumento di analisi per riflettere sull’Italia di oggi, in questo paese dove troppi, pericolosamente, (ri)straparlano di razze e scontro di civiltà, dove la seduzione per un anacronistico e violento protezionismo razziale ha molto successo tra la sua attuale (e immemore) classe dirigente.

La serata si apre già alle 19 con l'Aperitivo delle Idee, momento di convivialità e riflessione contornato con le musiche di Con chi ha ballato Laura Palmer.

Nel corso della serata è possibile cenare a Il Posto delle Fragole.

Maurizio Zacchigna si è formato nella capitale sia con registi provenienti dalla famosa avanguardia come Michele Francis e Carlo Quartucci, sia con il teatro di sperimentazione (Frattaroli, Solari-Vanzi). Per anni poi ha lavorato con la regista Sharoo Keradmand.
Nel 1997 torna a Trieste dove lavora per tre anni consecutivi con Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, sotto la direzione di Antonio Calenda.
Contemporanemante inizia nel ‘98 un rapporto di collaborazione con la Contrada che dura a tutt’oggi. È stato tra gli interpreti di “Ballando con Cecilia” di Pino Roveredo, per la regia di Francesco Macedonio, spettacolo tra i più segnalati nel 2001 all’Arte Festival di Todi e al Mittelfest di Cividale del Friuli.
Nelle ultime stagioni con la compagnia della Contrada ha recitato nelle commedie in triestino “L’ultimo carnevàl” di Tullio Kezich, “Zente refada” di Giacinto Gallina, “Sariandole” e “Tramachi” di Roberto Curci, “Remitùr” di Ugo Vicic, tutte per la regia di Macedonio.
Quest’ultimo lo ha diretto anche nelle produzioni destinate alle tournée in Italia “Ecco un uomo libero!”, prima trasposizione italiana di Enter a free man di Tom Stoppard, I rusteghi di Goldoni, I ragazzi irresistibili di Neil Simon. È stato protagonista di “Mia fia” di Gallina, per la regia di Mario Licalsi.
È stato protagonista di “Capriole in salita” di Pino Roveredo (regia di Macedonio) e ha preso parte a “Capitano Ulisse” di Alberto Savinio, diretto da Giuseppe Emiliani e presentato lo scorso febbraio al 40° Festival di Teatro della Biennale di Venezia.
Ha interpretato e diretto numerose pièces di “Teatro a Leggìo” organizzate dall’Associazione Amici della Contrada ed è stato protagonista di tutte le produzioni della rassegna “Serate Sveviane” ispirate alle figure e alle opere di Italo Svevo e James Joyce: “Terzetto spezzato”, “Ulisse, ovvero tu mare grega”, “Gli Ulissidi”, “La verità”, “La rigenerazione”, “L’avventura di Maria”, “Atto unico”, “Un Marito”, “Le ire di Giuliano” e “Inferiorità”, per la regia di Elena Vitas, Antonio Salines, Francesco Macedonio, Sabrina Morena e Ulderico Manani.
Collabora stabilmente con la RAI di Trieste e con il Festival dell’Operetta del Teatro Verdi e insegna recitazione presso l’Accademia teatrale “Città di Trieste”, la scuola di teatro della Contrada. Ha firmato la regia degli spettacoli di Teatro per Ragazzi “Cappuccetto Rosso” e “Hansel&Gretel” e ha curato i progetti speciali “Casanova. L’amante amato”, “Una specie di Alaska” e “Stendhal, il carbonaro che amava le donne“.
È anche autore e interprete del monologo “L’eredità dell’ostetrica” pubblicato dalla Manifestolibri.
Oltre all’impegno a teatro recita in diversi film e fiction televisive

info: www.facebook.com/LunaticoFestival
lunatico.festival@lacollina.org

Data evento: 
Martedì, Agosto 5, 2014