L’11 Giugno 2011 moriva in Messico il giornalista free lance Matteo Dean, una delle voci che ha raccontato il Messico contemporaneo.
Al Parco di San Giovanni, martedì 26 agosto alle 21, Lunatico Festival presenta Ser migrante, reading musicale tratto dall’omonima raccolta postuma di articoli e lavori giornalistici incentrati sul tema della migrazione, argomento fondante del lavoro di Matteo Dean.
La voce narrante è quella di Fulvio Falzarano, mentre le musiche saranno dei Lasko de Giostro per una serata di teatro d’informazione che affronterà il tema migrante nelle sue molteplici sfaccettature.
Che cosa significa essere migrante nella società di oggi? Matteo Dean lo spiegava così “Migrante è il participio presente del verbo migrare. E in quanto tale contempla l’azione stessa del migrare, l’azione presente e non compiuta del muoversi da un territorio ad un altro. Lo stesso verbo migrare non viene contemplato in quanto tale, ma solamente nelle sue accezioni dell’immigrare e dell’emigrare. Limiti di un idioma? Chissà, forse soltanto limiti di un linguaggio che ancora non è capace o non vuole essere capace di spiegare – e riconoscere – un fenomeno reale: quello del migrante. “
Ascoltare Ser Migrante è un'occasione per conoscere nuove forme di giornalismo d’inchiesta, dove un’informazione libera ed indipendente dà voce ad argomenti scomodi e contradittori.
Matteo Dean era un giornalista e scrittore triestino. Dalla metà degli anni ‘90, sull’onda della sollevazione zapatista che aveva molto ispirato gli ambienti dei movimenti sociali del Nord-est dai quali proveniva, è stato una delle voci più importanti tra quelle che hanno raccontato il Messico contemporaneo, in maniera precisa, informata, non sensazionalista eppure terribilmente drammatica. Ne ha scritto in molti media, italiani e messicani, tra i quali Il Manifesto e La Jornada, oltre che sul suo blog, riuscendo a coniugare il giornalismo con la militanza e con la realizzazione di mille progetti che fomentassero la partecipazione dal basso, soprattutto dei ragazzi. I suoi principali campi di interesse erano da una parte lo zapatismo e dall’altra i fenomeni migratori, dei quali si sentiva intimamente parte. Il suo punto di vista era quello dei movimenti sociali più radicali, della “Otra campaña”, di “Ya basta”, sempre “abajo y a la izquierda”, e criticava “dal basso e a sinistra” i governi integrazionisti latinoamericani.
Lo spettacolo è a ingresso gratuito.
La serata si apre già alle 19 con l'aperitivo delle idee e le musiche selezionate da Con Chi ha ballato Laura Palmer.
info: www.facebook.com/LunaticoFestival
lunatico.festival@lacollina.org